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MATERIALI

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​Materiali e link di riferimento 

 

  • Assemblea transterritoriale Corpi e Terra

  • pagina facebook: 

  • twitter: @corpieterranudm

 

 

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  • Pasionaria: Transfemminismo: tutte le risposte alle tue domande 

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  • Sito Bioviolenza (Il progetto BIO-VIOLENZA nasce dal desiderio di alcun* attivist* di denunciare, all’interno del vasto mondo dello sfruttamento degli animali a fini alimentari (allevamenti, pesca e caccia), l’emergente strategia produttiva e soprattutto ideologica di quei settori che a vario titolo promuovono forme di allevamento e macellazione cosiddette “sostenibili”, “etiche”, biologiche, rispettose dell’ambiente, dei diritti dei lavoratori, delle comunità locali e, perfino, del “benessere animale”.) http://bioviolenza.blogspot.it

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Convegni

 

  • Firenze 2013 Anguane (a cura di), “Liberazione Generale: tavola rotonda sulle correlazioni tra antispecismo, antisessismo, interesessualità ed omotransfobia”, Osteria Nuova (Firenze)I edizione, 9 febbraio  2013 https://anguane.noblogs.org/?p=1485

 

ECOFEMMINISMO scuola ecofemminista Bologna Bologna 11-12 novembre 2017 

 

  • Video:

  • intervento di ANNALISA ZABONATI, studi in psicologia e antropologia, opera come psicologa sociale clinica in ambito lgbt e femminista in Veneto. "Ecovegfemminismo, teorie e prassi per la liberazione totale" https://www.youtube.com/watch?v=-t9WIVvX_XM

  • intervento di MONICA LANFRANCO, giornalista, femminista, formatrice su differenza di genere e conflitto, Direttora del trimestrale Marea. "L'ecologia delle relazioni tra femminismo e ecologismo"  http://www.almagulp.it/un-percorso-irrinunciabile-3/

 

  • Antispecismi e femminismi” – conferenza/dibattito con Silene Gambino, Marco Reggio, Chiara Stefanoni, Federica Timeto https://www.youtube.com/watch?v=i3H9J71lR2o . L’incontro fra i temi e le lotte femministe e l’impegno antispecista ha una storia ormai rilevante, fatta di reciproche contaminazioni, stimoli e alleanze, ma anche di incomprensioni e aspetti critici. Proveremo a ripercorrere questa storia, soffermandoci sull’interesse che hanno riscosso le teorie ecofemministe – da Carol Adams a Val Plumwood – in ambito animalista, l’attivismo transgender, la teoria queer (Judith Butler, in particolare), fino agli spunti offerti dall’opera di Donna Haraway, per far emergere la necessità di un dialogo che affronti, a partire da un’ottica intersezionale, i nessi fra privilegio maschile e privilegio umano, fra binarismo di genere e di specie, vulnerabilità dei corpi eccedenti l’eteronormatività e corpi animali.

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Libri:

 

2022

 

 

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2021

 

 

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2020

 

  • Filo Sottile, La mostruositrans. Per un’alleanza transfemminista fra le creature mostre, Eris, Torino 2020,

 

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2019

 

 

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2018

 

 

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2017

 

 

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2016

 

 

 

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2015

 

 

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2014

 

  • Lucia Calzà, Marina: noi, gli altri, gli animali. Marina nasce nel 1914, è persona intersex socializzata come maschio, internata durante il fascismo per la sua ostinazione a voler vivere i panni di una donna. Ricompare, dopo decenni di confino e di manicomio, in alcune zone del Trentino. 

 

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2013

 

  • Abigail Tarttelin Golden Boy, Casa Editrice Mondadori  (nota presentazione del libro)

 

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2012

 

 

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2011

 

 

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2010

 

 

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2000

 

  • J.M. Coetzee La vita degli animali, Traduzione di Franca Cavagnoli, Giacomo Arduini

 

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1997 

 

 

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1995

 

  • Budini, A.R., Il salto. Spunti di analisi e critica sulla tematica animalista, ed. Anarchismo, Roma 1995.

 

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1988

 

 

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Video:

 

  • Il transfemminismo è multispecie o non è.  Video della formazione organizzata il 19 febbraio per la rete ecosistemica Roma da Dario, Matteo e Sara di disobbedienza animale e Mari di Corpi e terra https://youtu.be/Bylu7Wk4OMY

 

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Articoli: 

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  • Breeze Harper: “La vivisezione sulle schiave nere e la sperimentazione sugli animali umani: oppressioni intersecanti” trad. it. di strix https://anguane.noblogs.org/?p=304

 

​Radio 

 

  • intervista di Egon Botteghi sulla liberazione animale e delle persone LGTBQI 

https://www.radioradicale.it/scheda/487546/intervista-ad-egon-botteghi-sulla-liberazione-animale-e-delle-persone-glbtiqi

 

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Letteratura antispecista per l'infanzia 

 

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Musica antispecista: 

 

  • Yo no como conejos Liliana Felipe https://www.youtube.com/watch?v=KWsxNuoPQrQ&t=53s (Liliana ha composto approssimativamente 500 canzoni e ha editato 24 CD in forma indipendente. La sua opera si caratterizza per un forte posizionamento contro l’autoritarismo dello stato, l’ipocrisia della chiesa cattolica e di altre chiese organizzate, la censura mediatica, la diseguaglianza, il razzismo il sessismo e lo specismo. Ha sempre lavorato per i diritti umani, ora per i diritti degli animali umani e non. È attivista della Red Veganas antispecistas in Messico)

 

Arte (work in progress) : 

 

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Note di presentazione dei libri

  • Golden Boy di Abigail Tarttelin Casa Editrice: Mondadori Anno di Pubblicazione: 2013, è il secondo romanzo di Abigail Tarttelin, scrittrice inglese. Il suo libro affronta la tematica dell’intersessualità, a cui l’autrice si è interessata dopo essere venuta a conoscenza di questa realtà ed essersi resa conto di come queste persone vengono trattate dalla società (se siete interessati potete trovare una breve intervista all’autrice sul sito di Bossy)Trama Max Walker ha sedici anni. È sempre stato un ragazzo d’oro, bello intelligente, un campione nello sport, bravo a scuola, affettuoso con il fratello e educato con gli adulti. I suoi genitori sono avvocati, suo padre vuole iniziare la carriera politica e mantenere una buona facciata come famiglia è sempre stato molto importante. Per questo motivo la natura di Max è stata tenuta nascosta ed è diventata il loro grande segreto. Max, però, non è come tutti gli altri ragazzi, è speciale, è diverso. Max è intersex, ma questo non è mai stato un problema, finché un suo amico d’infanzia, l’unico a conoscenza del suo segreto, lo costringe ad affrontare la sua identità, che fino ad allora non aveva mai messo in dubbio, essendo sempre stato solamente Max.

 

  • Un incontro mancato di Benedetta Piazzesi, 2017 edizioni Mimesis https://www.mimesisedizioni.it/libro/9788857542737. A partire dalle istantanee più famose che hanno documentato la situazione di sfruttamento attuata dall’industria nei confronti degli animali, Benedetta Piazzesi riflette sulla nascita di un nuovo genere di fotoreportage che mira a riportare l’attenzione su questo fenomeno di schiavitù. Documenti visivi di questo tipo hanno consentito in anni recenti di sviluppare una nuova sensibilità verso l’argomento in ambito pubblico e mediatico. Nonostante l’indignazione sia in aumento, sembra ancora stentare a diffondersi in maniera altrettanto contagiosa l’urgenza politica della liberazione. Potenzialità e limiti con cui da sempre il fotogiornalismo fa i conti, e che oggi il mondo animalista riscopre e rilancia. Il volume sarà presentato nei prossimi mesi a margine di una mostra fotografica a cura di Stefano Belacchi che toccherà la principali città italiane e nell’ambito di numerosi festival animalisti autunnali.Siamo soliti considerare gli animali in allevamento come un susseguirsi ripetitivo di corpi identici. La cultura produttivista in cui siamo immersi li considera effettivamente pezzi intercambiabili di un sistema di produzione e consumo e anche chi critica questo modello interpretativo soffre comunque dell’imprinting culturale che ha inconsciamente subito. Accade così che fatichiamo a notare le differenze soggettive degli animali che incontriamo, le differenti conformazioni estetiche, le caratteristiche comportamentali, i difetti nei lineamenti e le sfumature delle espressioni. Riusciamo a farlo solo dopo un po’ di tempo che li conosciamo, con i cani e gatti che condividono la nostra vita quotidiana, o con gli animali che visitiamo nei rifugi. Alcune volte però, nell’amalgama di corpi dell’allevamento intensivo, uno sguardo, un’espressione o una particolare fisionomia ci colpiscono rivelandoci quanto siamo stati superficiali in migliaia di altre osservazioni. “Il suo naso era incredibilmente lungo. Non lungo come può esserlo quello dei maiali, più affusolato e, non ci sono altre parole, più lungo. Eppure lui o lei era un maiale. Non solo il naso rendeva la sua faccia inattesa, aveva un’espressione diversa, più disperata e sofferente, ammesso che si possa distinguere l’intensità della sofferenza in un luogo di dolore e disagio esasperanti come quello. Si reggeva a fatica sulle zampe posteriori, nelle ultime settimane il suo corpo era come lievitato trasformandosi dal saltellante e gracile esserino rosa in cerca di latte in una quasi immobile massa informe di carne e grasso. Ad una prima occhiata è quel lungo naso ad attirare la mia attenzione ma poi noto che tanti altri nasi più normali convergono verso di lui come ad indicarlo. Lei (o lui) si trascina con le zampe anteriori cercando invano di scacciare il fastidio di tutti quegli insetti-naso che gli ronzano costantemente attorno. Ma gli altri nasi sono più numerosi e possono muoversi con maggiore agilità, anche se questa parola risulta alquanto fuori luogo visto di chi stiamo parlando. Quando mi soffermo con maggior interesse, girando attorno a quel lunghissimo naso, scopro la ragione di tutte quelle attenzioni. L’orecchio. Un normale orecchio. Grande come lo sono quelli dei maiali, un tempo vivo e svolazzante ricade mutilato e marcito sulla guancia. Completamente appassito, avvizzito e masticato, luccicante di sangue fresco e ricoperto di ferite, croste, necrosi e deiezioni. Tutto quel ronzare di nasi è proteso verso quell’orecchio. Le ferite non rimarginabili, le mutilazioni, le zone necrotizzate sono l’effetto dei morsi ai quali non riesce più a sottrarsi. Si posa, con il muso quasi rassegnato sul corpo di un altro maiale che sta steso tra gli escrementi, mentre accanto a lui l’ennesima bocca si avvicenda nel tormentare quell’inutile pezzo di carne appeso alla sua testa”.

 

  • Questioni di specie: In risposta all’animalismo da talk show, questo libro sostiene una tesi molto chiara: lo sfruttamento e la messa a morte dei corpi animali sono parte integrante dell’ideologia e delle prassi di potere. La società in cui viviamo utilizza la carne dei non umani (e di chi a questi è equiparato) come materiale da costruzione per le sue architetture gerarchiche, al fine di riprodurre la struttura sacrificale su cui si erge. La risposta a questo orrore non può che tradursi in un antispecismo politico; un antispecismo che dovrebbe ibridarsi con le acquisizioni teoriche e pratiche degli altri movimenti di liberazione e, al contempo, guadagnare credibilità per smascherare l’antropocentrismo che in quelle acquisizioni si annida. Il movimento antispecista non è più chiamato a dimostrare l’inconfutabile sofferenza degli animali, ma a interrogarsi su come realizzare la liberazione dei corpi sensuali. È da qui che potrebbe prendere forma un movimento politico capace di non farsi assorbire nel ventre del sistema.“Noi siamo animali che si sono co-evoluti insieme a tutti gli altri. Non ci troveremmo qui dove siamo se da un lato non li avessimo svalutati al rango di cose, merci, beni di consumo e forza lavoro e dall’altro non li avessimo temuti come forme divine o amati come compagni di vita. Chi saremmo, almeno in Occidente, se non avessimo condiviso per millenni, nel bene e nel male, le nostre esistenze con quelle di cani e di gatti fino a farne talvolta attori irrinunciabili del nostro immaginario culturale e psicologico? Chi saremmo se non avessimo addomesticato, per renderli produttivi, le più differenti specie animali? Se non avessimo utilizzato per millenni i non umani come mezzi di traino e di trasporto? Se non avessimo esposto, tra moltissimi altri, roditori e scimmie alle più atroci sofferenze per costruire l’impianto di buona parte delle nostre conoscenze scientifiche? O cavalli, muli e delfini per condurre, con sempre maggior virulenza, le nostre guerre? O leoni, tigri ed elefanti per glorificare le regge e le dimore dei potenti? Se non avessimo animalizzato – dagli schiavi ai migranti – innumerevoli schiere di umani? O, in termini più generali, chi saremmo e dove ci troveremmo se non avessimo speso tanto tempo e tante energie per costruire e rendere egemone un ordine sociale capace di fissare in posture governabili l’incessante movimento dei corpi desideranti che, in quanto animali, anche noi siamo?”

 

  • DANNATO TEMPO” è dedicato a tutti gli animali a cui il tempo è rubato, concesso solo come dannazione. Dannato tempo, il loro. Le loro vite si concatenano, programmate l’una nell’altra, solo in funzione dei bisogni di altri. Nello scorrere di questo tempo ininterrotto, la singola vita non conta nulla, mentre per ciascun protagonista è l’unica occasione possibile: imposta e strappata al contempo. Nel film il tempo si costruisce nella contrapposizione di immagini intrecciate allo scorrere di stagioni, giornate, forme e colori. È il ritmo del cuore a scandire il tempo, sottofondo e motore di ogni individuo: ne determina l’inizio e la fine, si fa ritmo monotono nella noia. Le esistenze dannate si svolgono in reclusione (mangiare/dormire/mangiare/dormire) mentre il resto del mondo vive e sogna. I miei giorni sono fatti di niente.

Mangiare e bere scandiscono,

in questa noia mortale,

un tempo senza fine.

A te che mi guardi

racconto i miei giorni

che sono fatti di niente

e vorrei che il mio tempo

fosse una corsa senza fine.

 

  • Biopolitica VS Natura: il vissuto intersex https://m.youtube.com/watch?v=xkKFYzS-H4U con Alessandro Comeni (OII Italia), Nicole Braida (Intersexioni), Enrico Monacelli https://www.youtube.com/watch?v=xkKFYzS-H4U&t=30s. Che cosa significa essere intersessuali? Perchè i/le neonat* che non rientrano nel binarismo maschio/femmina riconosciuto dalle nostre istituzioni, dalla medicina e dalla cultura dominante vengono sottoposte a operazioni chirurgiche di “correzione” (mutilazioni) alla nascita? Qual è il loro vissuto? Che lotte hanno intrapreso per contrastare tali prassi e per il riconoscimento del diritto all’integrità corporea? E cosa suggeriscono queste esperienze in relazione al binarismo di sesso/genere, alla “naturalità” della differenza sessuale, alle dinamiche di inclusione/esclusione sociale, in un’ottica (anche) antispecista? Alessandro Comeni è attivista intersex. È formatore in ambito associativo, scolastico e universitario per i diritti delle persone intersex, contro le discriminazioni di sesso/genere, identità di genere e per orientamento sessuale. E’ consigliere di OII-Europe (Organization Intersex International Europe). Nicole Braida, attivista queer e per i diritti delle persone intersex, fa parte di intersexioni e di AhsQueerTO! (Assemblea Queer Torino). É dottoranda in Sociologia tra l’Università degli studi di Torino e l’Università degli studi di Milano, con un progetto sulle non-monogamie affettive. Enrico Monacelli è uno studente, attualmente iscritto alla laurea magistrale in Scienze filosofiche all’Università degli Studi di Milano. I suoi studi si sono principalmente indirizzati sul rapporto che intercorre fra il tema dell’alterità, umana e non, e il pensiero di Peter Sloterdijk. Attualmente si sta interessando alle intersezioni tra il pragmatismo americano di C. S. Peirce e il pensiero inumanista e neo-razionalista.

 

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AutorÉ™

 

  • Filippo Trasatti, docente di filosofia e storia, si occupa di pedagogia libertaria e questione animale e ha pubblicato per elèuthera "Lessico minimo di pedagogia libertaria" (2004) e "Contro natura" (2008).

 

  • Stefano Belacchi è guida ambientale escursionistica e fotografo. Da molti anni impegnato nel movimento animalista, a partire dal 2011 partecipa alla costituzione dell’associazione “Essere Animali”. Con questo e altri gruppi animalisti in Italia e all’estero contribuisce alla documentazione e denuncia dello sfruttamento animale.

 

  • Benedetta Piazzesi, dottoranda presso la Scuola Normale Superiore di Pisa, si occupa di questione animale da un punto di vista storico e filosofico. È redattrice di “Liberazioni. Rivista di critica antispecista” e ha pubblicato per Mimesis “Così perfetti e utili. Genealogia dello sfruttamento animale” (2015).

 

  • Antonio Volpe è ricercatore indipendente in filosofia, si occupa della cosiddetta questione animale dalla prospettiva di un approccio critico agli autori della tradizione continentale. Ha pubblicato diversi saggi sulle riviste “Liberazioni. Rivista di critica antispecista” e “Animal Studies”.

 

  • Massimo Filippi è un intellettuale militante che da anni si occupa della questione animale da un punto di vista filosofico e politico. Neuroscienziato, si occupa degli aspetti filosofici e politici della questione animale. Ha pubblicato diversi libri sull’argomento, fra cui: Ai confini dell’umano. Gli animali e la morte (ombre corte, 2010), I margini dei diritti animali (Ortica, 2011), Natura infranta (Ortica, 2013), Crimini in tempo di pace. La questione animale e l’ideologia del dominio (con F. Trasatti, Elèuthera, 2013), Penne e pellicole. Gli animali, la letteratura e il cinema (con E. Maggio, Mimesis, 2014), Sento dunque sogno (Ortica, 2016), L’invenzione della specie (Ombre corte 2016), Altre specie di politica (con M. Hardt e M. Maurizi, Mimesis 2016).

 

  • Chiara Stefanoni si è laureata in Scienze filosofiche all’Università degli Studi di Milano con una tesi sulla genealogia della macchina antropologica e sulle sue conseguenze etico-politiche. É dottoranda presso il dipartimento di Lettere, Filosofia, Comunicazione dell’Università degli Studi di Bergamo. Si interessa di liberazione animale confrontandosi principalmente con le prospettive critiche, “continentali” e femministe.

 

  • Silene Gambino studia filosofia presso l’università statale di Milano, milita in formazioni politiche lgbtq e femministe (ArciLesbica, Non Una di Meno, Novararcobaleno) e si interessa alla questione e all’attivismo antispecista. Collabora con magazine di ecologia e attualità politica e ha pubblicato nel 2015 “Oltre lo zoo” (40K edizioni)

 

  • Marco Reggio è attivista per la liberazione animale, membro dell’associazione antispecista “Oltre la Specie” e del collettivo “resistenzanimale.noblogs.org”, e redattore della rivista di critica antispecista Liberazioni. Ha curato, con M. Filippi, la traduzione italiana di Manifesto Queer Vegan (Rasmus Simonsen, Ortica 2014) e la raccolta di saggi Corpi che non contano. Judith Butler e gli animali (Mimesis 2015), con un’intervista a Judith Butler.

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  • Federica Timeto insegna Sociologia dei nuovi media all’Accademia di Belle Arti di Palermo e fa parte del comitato di redazione di “Studi Culturali”. Si occupa di teoria femminista e studi culturali con particolare attenzione alle arti, all’estetica e alla visualità. Nel 2008 ha curato il volume Culture della differenza (Utet) e nel 2015 ha pubblicato Diffractive Technospaces (Routledge). Ha inoltre pubblicato diversi saggi in “Feminist Media Studies”, “Poiesis & Praxis” e “Studi Culturali”.

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