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Immagine del redattoreMari

#8M Sciopero per tutt: Generi e consumi

Contributo e proposte delle assemblee transterritoriali Corpi e Terra e Libere Soggettività all'assemblea nazionale di Non una di Meno del 22 e 23 gennaio 2022


Riportiamo le nostre riflessioni come contributo alla discussione all'interno del movimento verso gli scioperi dell'8M e oltre


Premessa:

"Celebro l'insegnamento che rende possibile le trasgressioni - un movimento contro e oltre i confini - per poter pensare, ripensare e creare nuove visioni. È quel movimento che rende l'educazione la pratica della libertà."

Celebriamo le trasgressioni, le visioni e i nuovi immaginari, le parole, le connessioni e le autocoscienze. Celebriamo le pratiche di libertà e di autodeterminazione. Le pratiche di libertà richiedono sforzi immani, personali e condivisi, singoli e collettivi. Esse richiedono il riconoscimento del sessismo insito in noi, la, trasformazione della propria prospettiva sul mondo, il ripensamento del proprio ruolo e della propria identità. È necessario continuare ad interrogarsi e a porsi in ascolto, affrontare le contraddizioni, esaminare di continuo il proprio posizionamento. Il nostro obiettivo comune è la distruzione del patriarcato, la caduta del capitalismo e di quella normalità che era, ed è, il problema. Il fine può essere raggiunto solo se mettiamo la nostra rabbia al servizio del processo di cambiamento. La nostra rabbia nasce dalle oppressioni, personali e istituzionali, che quotidianamente affrontiamo. È la reazione "naturale" all'odio del sistema patriarcale, che non condivide affatto le nostre mire, anzi, le distrugge.

La nostra rabbia, se ben calibrata, può essere motrice del cambiamento.

Riconoscersi tra par e, a partire da una base comune, esaminare le differenze ed evidenziare le "distorsioni che la storia ha creato attorno alle nostre differenze, perché sono quelle distorsioni che ci separano.

E dobbiamo chiederci" Chi trae profitto da tutto ciò? Io non sarò liber finché qualsiasi persona sarà oppressa, anche quando le sue catene sono molto diverse dalle mie ".


Come Corpi e Terra e Libere soggettività parliamo dei "corpi tutti" che si sottraggono al patriarcato come soggetti politici di questo sciopero transfemminista. Viviamo a seconda dei nostri posizionamenti geografici e di classe, genere, "razza", abilismo, specie, violenze e oppressioni che hanno però un'identica matrice strutturale e culturale.


Il superamento della visione antropocentrica è cornice del nostro pensiero perché niente e nessuno che abiti questo pianeta è di nostra proprietà o risorsa a nostra disposizione. La terra stessa è corpo vivente e per questo parliamo di terricidio. Visibilizzare i punti di connessione tra femminismo e antispecismo è quello che da anni facciamo come ecotransfemminist∂ multispecie. Non c'è liberazione per nessun∂ se non ci liberiamo tutt!. La diversità porta a valore la specificità di ognunə di noi, di ogni corpo, di ogni individuo, di ogni elemento di questo ecosistema nel suo cammino di consapevolezza, resistenza e lotta



Continuiamo a praticare la lotta alla patologizzazione e psichiatrizzazione di tutte le soggettività che si deve tradurre nell'obiettivo di tutto il movimento di cancellare la 164/82, l'eliminazione della definizione "disforia di genere" dalle direttive AIFA che discriminano dall'assunzione di ormoni gratis le persone che seguono il "consenso informato" che vogliamo diventi la pratica nei percorsi di affermazione di genere e transgenere, vogliamo l'accesso diretto al cambio anagrafico in relazione con il proprio percorso di autodeterminazione, la possibilità di autodeterminarsi con il marcatore X, superando di fatto il genere e il binarismo M/F ad esso legato e l'eliminazione dell'indicazione di genere nei documenti di identità di tutti, tutte e tuttu.


Ridefiniamo in violenza patriarcale di genere quella violenza strutturale e sistemica agita nelle sue varie articolazioni sui corpi delle persone tutte, che si sottraggono dai ruoli di genere imposti e finalizzati alla riproduzione di questo sistema. E in questo senso continuiamo a proporre di cambiare in questo senso la definizione violenza maschile sulle donne e violenza di genere proprio a partire dalla violenza che molte donne interpreti del patriarcato nei tribunali, nei giornali e nelle istituzioni continuano ad agire violenza. In questo senso ribadiamo l'insufficienza del piano presentato contro la violenza di genere che invisibilizza completamente la violenza contro tutta la comunità LGTB che negli ultimi anni è aumentata. Ci sono suicidi per bullismo, adolescenti sbattuti fuori casa da famiglie che non accettano la loro scelta di genere a cui non possiamo dare risposte.


E questi obiettivi devono diventare obiettivi collettivi del movimento transfemminista tutto


Abbiamo attivato a partire dal 20 dicembre la laboratoria per l'autodeterminAZIONE e la liberAZIONE dei corpi e stiamo scrivendo collettivamente un manifesto ecotransfemminista aperto alla partecipazione. Ci ribelliamo nelle pratiche quotidiane all'imposizione del binarismo di genere rifiutandoci di essere nominate in categorie, falsamente poggiate sul dato biologico, che appiattisce le infinite differenze tra i corpi per poter così più facilmente gerarchizzare, sfruttare, silenziare. Crediamo in un movimento dove ci sia spazio. Oggi meno che mai abbiamo bisogno di omogenizzazione, pensieri unici ed egemoni che solo producono scomodità, esclusioni e allontanamenti.



Per questo ribadiamo l'importanza dello sciopero dei e dai generi per il diritto all’autodeterminazione e alla liberazione, all'accesso al lavoro, alla salute integrale, alla giustizia riproduttiva: dei generi che si rivoltano contro le imposizioni di ruoli e norme dipendenti dall'assegnazione alla nascita e dai generi imposti da questo sistema che fonda la sua capacità di riproduzione proprio su queste norme, ruoli, famiglie.


C'è stata l'illusione all'inizio della pandemia di vedere finalmente le radici della trasmissione del virus da ricercarsi nella violenza rispetto ai territori e agli altri animali. La famosa frase "non vogliamo ritornare alla normalità perché la normalità era il problema" è rimasta lettera morta. Il sistema è stato in grado di ingerire la crisi e rivomitare forme di riorganizzazione sociale ed economica ancora più precarie, più sofferenti, più legate al profitto rivestite spesso del verde, del fucsia e dell'arcobaleno delle nostre parole utilizzate per lavare una faccia di chi continua la distruzione dei territori, guerre, grandi opere e nucleare, deforestazioni e allevamenti. Oggi più che mai, non è in discussione solo il come produrre, lavorare, studiare, ricercare, ma anche il se, perché e come farlo e affrontare il nodo del sistema alimentare, degli allevamenti, della necessità di migrare ad una alimentazione a base vegetale, di fermare e riconvertire le produzioni mortali. In questi due lunghi anni che hanno cosi profondamente colpito le nostre vite tutto ha girato intorno alla necessità di continuare a "produrre" e di sostenere lo sviluppo quasi ce ne fosse uno possibilmente sostenibile. Importante fare rete e alleanze e intessere cammini comuni anche con un altro grande movimento di questi ultimi anni quello ecologista contro la crisi climatica e quella ecosistemica portando lì il nostro sguardo ecotransfemminista.


Il PNRR sta imponendo una transizione ecologica devastante. Partecipiamo attivamente e fermiamo questo blablabla che non rispetta le urgenze di questo momento. Facciamo rete a livello internazionale e partecipiamo ad azioni nella lotta contro il "terricidio" e le multinazionali dell'estrattivismo superando il concetto di solidarietà con le lotte e assumendo la responsabilità di stare nella parte del mondo e nel sistema economico maggiormente responsabile della distruzione della vita sul pianeta.


Mettere in discussione la normalità significa approfondire qual'é l'impatto delle produzioni a breve, medio e lungo termine, il tema delle scorie e dei rifiuti. Come attuare l'abolizione di interi sistemi produttivi, fermare le distruzioni imposte dalle multinazionali dei veleni. Come facilitare le riconversioni, le economie circolari, le distribuzioni a Km0, il riuso, il riciclo, una diversa distribuzione, i rifugi per animali resistenti. Il ministro dei consumi Garcon in Spagna si è dichiarato apertamente per la chiusura degli allevamenti anche se si è limitato solo solo a quelli intensivi ma nel nostro paese questo sarebbe impensabile.


Nel corso di questi anni ci abbiamo pensato, abbiamo organizzato seminarie, incontri, ci siamo messu in relazione e abbiamo prodotto pensieri e pratiche su come tradurre i nostri obiettivi in azioni di sciopero politico forte l’8 marzo ma anche su come dare a questo sciopero la possibilità di trasformarsi in comportamenti e pratiche di trasformazione rESISTENTI, che possano costruire alternative.


Per tutto questo riaffermiamo con forza lo sciopero dei consumi e dai consumi per imporre un cambio di sistema che disegni un modo di vivere sulla terra alternativo alla guerra, alle colonizzazioni, allo sfruttamento della terra, dei territori, dei corpi tutti. Diciamo dei e dai consumi perché è importante creare uno spazio di relazione e di lotta tra chi consuma e chi in quanto lavorator∂, produce e/o distribuisce come ci hanno insegnato anche le lotte di GKN per fare degli esempi



Pratiche per lo sciopero dei e dai generi, dei e dai consumi


Contrastiamo qualsiasi pratica cisessista ed eteronormata e ci riconosciamo con i nostri corpi liberi, la nostra autodeterminazione, esprimendo così tutta la potenza del movimento transfemminista cresciuta e sedimentata in questi anni, oltre la ritualità dell'8 Marzo.

  • Slut walk nei territori le cui assemblee e collettive vorranno organizzarle.


  • Pratichiamo l'obiettivo dell'apertura pubblicamente riconosciuta e nominata dei consultori, delle case rifugio, dei centri e sportelli antiviolenza, di tutti gli spazi sociali e comunitari alle soggettività LGBT*QIPA+ anche come operatoru con i necessari percorsi di formazione e riconversione in cui si riconosca l'apporto epistemico del pensiero elaborato nelle nostre comunità.

  • Lavoriamo all'apertura di spazi transfemministi e sportelli autogestiti (anche nelle università)dove tutte le soggettività possano trovare agio e spazio.

  • Promuoviamo praticandolo l’utilizzo di un linguaggio inclusivo e non binario negli ambiti formali e informali della vita quotidiana e crediamo che una pratica importante possa essere quella di organizzare azioni di hackeraggio anche nella vita accademica. Utilizzando la "u", della schwa o delle parole senza la desinenza finale. Saranno poi l'uso e i processi trasformativi a determinare i cambiamenti nel linguaggio comune.

  • Sosteniamo e promuoviamo azioni di denuncia delle illegittime pratiche di mutilazioni genitali per neonatu intersex e delle cosiddette "pratiche di riparazione di genere/orientamento" purtroppo ancora esistenti e la psichiatrizzazione e violenza dei percorsi di affermazione di genere. Siamo per la pratica del “consenso informato” e per l'autodeterminazione di genere nei documenti che pensiamo non abbiano bisogno dell'indicazione di genere.

  • Partecipiamo e diffondiamo l'indagine sui temi del lavoro lanciato dal tavolo di NUDM per visibilizzare le discriminazioni, gli abusi, le molestie e le barriere di accesso e/o di riconoscimento e pieno diritto di autodeterminazione delle persone LGTBQIPA+ nel mondo del lavoro.

  • Azioni permanenti contro le pubblicità sessiste, i dress code nei luoghi di lavoro, (adesivi, passeggiate indecorose, biglietti con frasi da lasciare nelle tasche dei vestiti nei negozi, relazioni con chi lavora, …)

  • Rilanciamo la pratica degli scioperi al contrario come riappropriazione di spazi pubblici e autogestione sperimentando anche forme di lavoro libero dallo sfruttamento: fare un giornale per un giorno, consultorie, lezioni in piazza......

  • Sanzioni Fucsia. L'8 marzo 2021 abbiamo lanciato quella contro l'ENI, la multinazionale responsabile di tanta distruzione a livello globale, e il 29 settembre quella del turismo ad Andorra il paese che non riconosce il diritto all'aborto libero, sicuro e gratuito. È tempo di una nuova sanzione.

  • Diffondiamo e invitiamo tutte le assemblee di NON UNA DI MENO ad aderire alla campagna Spazi Liberi dall’Apartheid Israeliana che promuove la creazione di una rete di spazi, virtuali e fisici, che si dichiarano liberi da ogni forma di discriminazione e si impegnano a non intrattenere rapporti con sistemi di ingiustizia e oppressione. https://bdsitalia.org/index.php/campagne/splai.

  • Aderiamo alle azioni contro il pinkwashing israeliano anche in occasioni dei Pride: la strategia di pubbliche relazioni che strumentalizza la supposta apertura di Israele nei confronti della comunità LGBTQIPA+ per deviare le critiche sui crimini dell'occupazione

  • Sosteniamo le campagne dei rifugi per animali resistenti a cominciare da Agripunk dove abbiamo fatto la campeggia ecotransfemminista a luglio che interpretiamo come veri e propri centri antiviolenza in cui il pensiero ecotransfemminista fondato sulle relazioni multispecie diventa pratica quotidiana di relazione e lavoro. Purtroppo ancora oggi tutto è fondato sul volontariato, sulla precarietà e sull'assenza di riconoscimento dell'impatto trasformativo per la vita di tuttu di queste comuntà.

  • Portiamo il nostro sguardo transfemminista e costruiamo reti nel movimento ecologista contro il cambio climatico e il terricidio partecipando alle campagne contro grandi opere, nucleare, privatizzazione dell'acqua e tutto il greenpinkrainbow washing del PNRR e del blablabla della COP 26

  • Fermiamo e poniamo le basi per un profondo cambiamento nei consumi.Agiamo questa nostra forza. Lo sciopero dei consumi ha l'obiettivo di sottrarci al mercato consumista/capitalista capace solo di pensare al profitto, al furto e alla colonizzazione dei corpi sfruttati e schiavizzati, delle risorse del pianeta, del tempo della nostra vita e del nostro piacere. Lanciamo un NO al consumismo e un Sì alle economie alternative che hanno a cuore la Terra, i Corpi e i Territori. Il gesto dell'acquisto è sempre un gesto politico.

  • Mostriamo, diamo valore e diffondiamo perché escano dalla marginalità e diventino alternativa, le pratiche già esistenti di economia circolare.

  • Niente spesa, acquisti di prodotti che provengano da reclusione, sfruttamento, utilizzo, sofferenza o uccisione di altru.

  • Partecipiamo e facilitiamo la diffusione di progetti di microeconomia alternativa, delle reti di solidarietà, dell'occupazione di spazi urbani per la proliferazione di orti urbani a gestione collettiva. Facciamo azioni di guerrilla gardening e contrastiamo la visione della presenza di alberi come un problema di sicurezza e sopravvivenza del cemento che li circonda. Ci sono progetti interessanti di alternative, città bosco. Sogniamo e immaginiamo spazi di vita diversi per tuttu.

  • Privilegiamo e facilitiamo gli acquisti nei gruppi di consumo territoriali, nei piccoli mercati di prossimità soprattutto quelli dove ci sia la presenza diretta di chi produce. Scegliamo un'alimentazione a base vegetale. Acquistiamo frutta e verdura da piccoli distributori, gruppi di acquisto (gas)!


  • Riduciamo la produzione di rifiuti e partecipiamo alle campagne contro gli inceneritori: molto di ciò che buttiamo può essere riutilizzato da altru, ricreato anche in forme artistiche. Riusiamo, scambiamo, ricreiamo e reinventiamo nuovi utilizzi. Facciamo vivere negozi gratis dove sia il riciclo e il riuso alla base di scambi non fondati sul denaro.

  • Favoriamo la distribuzione che esclude il confezionamento attraverso gli acquisti collettivi alla spina con la ridistribuzione nei condomini, negli spazi che occupiamo, nelle comunità che attraversiamo.

  • E per ultimo portiamo con noi stoviglie e bicchieri nelle feste, assemblee, incontri ed eventi pubblici con cui godere del nostro gustosissimo cibo libero dalla sofferenza animale. E godiamoci gli aperitivi senza plastica #nientecannucciagrazie.

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