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S di Suicidio o A di Assassinio?

Aggiornamento: 2 ago 2022



Negli ultimi giorni le morti di Camilla, Sasha e Cloè ci hanno riempito di dolore


5 giugno 2022 Camilla Bertolotti: viene uccisa a colpi di pistola da un uomo che sarebbe dovuto essere in carcere e che pochi minuti prima ha ucciso Nevila, una sua collega di lavoro. La sua collega nella narrazione dei giornali diventa "la prostituta" senza nome e per Camilla si ripropongono il dead name e i racconti segnati dallo stigma rispetto al suo lavoro


10 giugno 2022: Sasha era un giovane ragazzo della nostra comunità, appena 15 anni, vicino da poco al mondo del Pride e dell’attivismo. Aveva partecipato al Catania Pride e condiviso il suo percorso di affermazione di genere. Leggere sui giornali di “una ragazzina che si toglie la vita gettandosi dal balcone” (Sicilia news)ci riempie di rabbia. Non è accettabile che la violenza istituzionale porti un ragazzo di appena 15 anni a suicidarsi. Non è possibile che venga poi ucciso di nuovo dalle narrazioni tossiche. Lui era un ragazzo, il suo nome era Sasha e cosí ne rivendichiamo il ricordo.

11 giugno 2022: Cloe si suicida. Le sue ultime parole non lasciano dubbi su chi ne sia responsabile "Sperando, senza nessunissima illusione e convinzione a riguardo, che ciò contribuisca a rispettare la mia vita, la mia autochiria anche ben definita come libera morte, il mio dopo vita, le mie scelte di vita, il mio pensiero e le mie volontà, sia attuali sia per il futuro del mio corpo mortale e della mia identità».


In tanti giornali si usa il maschile, il suo dead name, viene presentata come il "prof vestito da donna" perchè proprio come docente aveva avuto la forza di fare coming out con la sua classe, un coming out che ai tempi le era costato una campagna denigratoria sulla stampa,l'allontanamento dall'insegnamento, e via via l'esclusione sociale che l'aveva portata alla vita solitaria in un camper.


La società in cui viviamo, le norme che ci impongono, questo odio e questa violenza uccidono. Questa società è malata di esclusione verso chi non cammina a testa bassa sui suoi binari,contro chi a quei binari si sottrae oppone la propria favolosa diversità.


Da diversi anni l'Italia è il primo paese in Europa per transcidi. Questo dimostra che nel nostro paese c'è un grosso problema che riguarda la società e la comunità delle persone trans. A questi transcidi, si aggiungo anche numerosi suicidi, come le storie di Sasha e Cloe purtroppo confermano. Questi suicidi sono per la nostra comunità transcidi essendo provocati dall'ostilità sociale determinata da un sistema eterocispatriarcale ben difeso dalle istituzioni.


Le violenze cominciano dai riferimenti legislativi dei nostri percorsi come la 164/82 vecchia di 40 anni,ormai obsoleta e completamente inadeguata. Da quando i farmaci sono distribuiti gratuitamente dai pochissimi centri prescrittori presenti nel paese, di fatto è stata resa assurdamente obbligatoria la diagnosi patologica fornita da “specialisti” cis-genere, discriminando le persone trans che non soffrono di disforia ma che anzi affermano il loro diritto all'euforia di poter essere sé stessə e di esprimere pienamente la propia identitá, nominarsi, relazionarsi, vivere in autonomia e libertà.


Le esclusioni, stigmatizzazioni, avvengono poi nella famiglia, a scuola, all'università, al lavoro quando si riesce ad averne uno, nella vita quotidiana, ad ogni passo, ad ogni incontro.


Abbiamo ancora negli occhi le immagini dell'applauso in un senato che esultava perchè una legge come il DDL Zan, che non ha mai finito di piacerci perchè non costruita sull'ascolto della nostra comunità ma che comunque rappresentava un minimo sindacale di riconoscimento delle soggettività non conformi, veniva affossata. Un parlamento che non ha il coraggio di riconoscere i diritti di chi abita il territorio e ne esclude volutamente una parte ha le mani sporche di sangue di tutte quelle persone che si suicidano.


É urgente una nuova legge che cancelli la vecchia e transodiante 164/82.É urgente che siano allargarti a tutte le città i servizi medici richiesti dalle singole persone trans. É urgente come succede ormai in tutti i paesi europei, che il cambio nome sia facilitato con una semplice pratica all'ufficio anagrafe e che comprenda anche la possibilità di essere identificati con una X, al posto della F o della M. É urgente che si faccia educazione civica nelle scuole, si parli delle religioni eliminando l'ora di religione cattolica, e che si insegni educazione sessuale, di genere e di espressione, all'affettività, educazione alle diversità, a tutte le diversità presenti nella nostra complessa società.


E' urgente che il giornalismo rispetti i protocolli linguistici e li modifichi visto che sono inadeguati, che riconosca il rispetto ai diritti delle diverse identità di genere e transfgenere, che smetta di frugare nelle vite di chi viene uccis per guardare in quelle di chi continua ad assassinare in quella che è una vera e propria guerra patriarcale. Quando si scrivono articoli riguardanti le persone trans, le persone che fanno lavoro sessuale non si può che imparare il linguaggio che queste persone richiedono e ci hanno insegnato ad usare. E che ci siano sanzioni per chi continua con titoli e articoli finalizzati solo a mantenere il sistema dato e ad aumentare le vendite. Noi continueremo a denunciare l'ordine dei giornalisti (giá il fatto che non sia mai stato modificato il maschile nel nome la dice lunga!!) che non interviene in tal senso


Non è più accettabile che chi scrive nei giornali di storie che riguardano la collettività TnbQILGBPA+ operi la stigmatizzazione, la rivittimizzazione, non usi l'empatia e le parole corrette. Spesso invece dei nomi si scrive "la prostituta" "la trans" quando non addirittura "il trans" aggiungendo violenza a violenza e diventando di fatto complici dell'ideologia catto/fascista e transodiante della nostra società.


E' urgente un cambio totale e strutturale del sistema che imponga le improrogabili scelte istituzionali. Il cambiamento culturale è già in atto ma lo si vuole reprimere, colpire, attaccare, offendere, invisibilizzare, escludere, uccidere.


BASTA CON LO STATO TRANSODIANTE! BASTA CON I MEDIA ASSERVITI AL SISTEMA! BASTA CON IL CHIAMARE SUICIDI QUELLI CHE SONO DEI VERI E PROPRI ASSASSINII, BASTA CON I TRANSCIDI I FEMMINICIDI


ECCO BASTA! CI SIAMO ESISTIAMO E RESISTIAMO

Insieme a Cloe, a Camilla a Sasha, a Maudit, a chi è rimast senza il diritto al suo nome e alla sua storia, insieme a tuttə le persone le cui voci si sono volute silenziare, nascondere, cancellare ma la cui energia e forza resta e cammina nelle nostre lotte.



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