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Aborto legale in Argentina: noi comunità LGBTIQ+ c'eravamo, RISIGNIFICANDO!



Articolo originale di Ese Montenegro * [1]

Foto: Constanza Lupi y Ariel Gutraich

traduzione dall'originale di mari e luciana


E un giorno dopo tanti giorni in piazza, nelle piazze, tutte quelle che ci sono state, con i nostri pañueli verdi annodando l'ingiustizia ai nostri corpi, con le nostre bandiere con le facce e i nomi di quellə che lottarono prima di noi che, parafrasando un poeta trava: "Per dare luce presero fuoco...", con i nostri slogan sempre riformulati in modo che si includano tuttə... ce l'abbiamo fatta È LEGGE!



Decenni di lotta si percepiscono nei nostri linguaggi, nelle nostre parole, e anche nella stanchezza dei nostri corpi che hanno festeggiato ieri sapendo che torneranno a lottare domani. Una storia di ribellione si scrive nelle nostre pagine, le felici e le altre, e ancora ci dà dolore pensare a chi se ne andò lottando e che non ci sono vittorie che possano restituircele

Una storia che non comincia nè finisce con il riconoscimento di un diritto trasformato in legge. Una legge che, se ripercorriamo la storia, ha le sue radici in una genealogia di lotte per i nostri diritti sessuali, riproduttivi, non riproduttivi, di relazione e identità, che superano di gran lunga il diritto ad un aborto legale, sicuro e gratuito.

Decenni di incontri e conflitti tra i movimenti femministi e quelli LGBTQI+ fatti di dialoghi, non sempre comodi, non sempre giusti, non sempre trovati, ma lì per la strada, in quel corpo a corpo collettivo c'è stato un patto implicito: I diritti sessuali, sono diritti umani e come tali si disputano e si difendono contro venti e maree.




Molte lotte dietro all'aborto legale

L'Argentina ha, innegabilmente, una storia attorno a queste lotte, che non si inaugurano oggi con l'aborto legale e sappiamo, che nemmeno finiranno lì. Dal ritorno della democrazia (Dicembre 1983) in qua possiamo tracciare quelle trame: divorzio, erogazione degli editti di polizia, legge di Educazione Sessuale Integrale https://benedettoxviblog.wordpress.com/2018/10/14/accade-in-argentina-educazione-sessuale-integrale-e-educare-in-diritti-umani/, Legge di Matrimonio Egualitario 15 luglio 2010 https://it.wikipedia.org/wiki/Diritti_LGBT_in_Argentina, Legge di Salute Mentale (prima nel mondo che proibisce la patologizzazione per identità od orientamento sessuale), Legge di Identità di Genere http://www.pangenderpansessuale.it/926/, Legge per la fecondazione assistita ed adesso, l'aborto legale.

Quasi quattro decenni di lotte, dimostrano che, tra molte altre questioni, le comunità LGBTQI+ siamo state lì, mettendo in discussione il senso e la norma eterocisessuale dentro e fuori le nostre comunità, a volte con maggiore o minore successo, ma sempre lì, facendo corpo collettivamente.

Alcune di queste grandi battaglie, che rimangono in vigore, hanno a che vedere specificamente con la decostruzione della eterosessualità come una norma e della cisessualità come un destino, anche con la partecipazione alla costruzione delle leggi prima elencate.

Battaglia che non soltanto facciamo contro i settori più reazionari e conservatori della chiesa e degli stati, qui e in tutto il mondo, ma anche contro quei femminismi che più di una volta si dimenticano di mettere in discussione i loro (im)propri privilegi.


Questi settori ancora fanno fatica ad immaginare, e ancora di più accompagnare, una vita in cui essendo uomo trans - come chi scrive qui-, ci si rapporta sessualmente e affettivamente ad uomini cis o donne trans, dieci anni dopo il riconoscimento da parte dello Stato delle nostre pratiche sessuo-affettive consacrate dal matrimonio egualitario e del diritto alla nostra identità costruito nella Legge di Identità di Genere.

Qualcosa, addirittura nelle nostre trincee, sembrerebbe continuare a volerci imporre la ciseterosessualità come unica forma di SOPRAvvivenza. E dico "sopravvivenza" non casualmente, perché continua ad essere fatalmente palpabile il costo delle nostre disobbedienze.



I debiti del sistema di salute

Gli esempi abbondano, anche da questo punto di vista: a quasi nessun uomo trans in Argentina si dá la possibilità per esempio, nel momento in cui inizia un trattamento di testosterone, di congelare i suoi ovuli in modo che in futuro possa decidere sui suoi progetti riproduttivi, cosa per altro riconosciuta dalla legge di fecondazione assistita e nella legge di identità di genere che si riferiscono al diritto e alla salute integrale


Generalmente, gli operatori della salute a cui ci rivolgiamo per i trattamenti ormonali, non ci informano esplicitamente sul fatto che l'impiego di testosterone sintetico non ha implicazioni dirette con la contraccezione e che la nostra salute riproduttiva e non riproduttiva richiede approccio integrale.





Per non parlare degli scarsi investimenti e ricerca attorno all'intersezionalità tra trattamenti ormonali, salute sessuale e (non) riproduttiva. O l'ancora minore possibilità nel sistema pubblico e privato di salute di accedere a interventi chirurgici e/o trattamenti ormonali. O dell'eterna inosservanza delle mutue e assistenza sanitaria rispetto alla Legge di Identità di Genere. E potrei continuare... con l'accesso al lavoro, all'educazione, alla casa. Certo che la democrazia ancora ci deve tutto e non solo lei, ma anche molti attivismi che continuano dimenticando/cancellando i nostri contributi a questa storia.


Niente di quello che abbiamo fatto, lo abbiamo fatto da solə


Uno slogan che da molti anni ci accompagna nelle strade è : "E ahora ques estamos juntes, y ahora que si nos veen - adesso siamo insieme. E adesso che ci vedono..."

Chiudo gli occhi un po', questa notte sa di vittoria e ci vedo, ci vedo chiaramente, lottando alla pari. Vedo un'interminabile lista di maschi trans, lesbiche, frocie, travestitu, trans, persone non binarie, bisessuali, intersex, a far girare gli ingranaggi di una storia di lotte per le nostre autonomie.


Autonomie che la nostra propria esperienza ci impedisce di inserire nelle logiche individualiste, meritocratiche, liberali del " fallo proprio tu! ". Perché niente di ciò che siamo statə e siamo, lo facciamo da solə. E quell'"adesso che sì ci vedono", continua ad essere un urlo disperato a amichə e nemichə, a quellə che ancora non immaginano i nostri vincoli affettivi, sessuali, le nostre pratiche erotiche, le nostre lingue deviate, sempre sfuggenti, sempre complesse, eterne distertrici di qualsiasi normatività e normalità.


Un grido di guerra che non ci chiede permesso, ma che chiede il nostro luogo in quei racconti, che producono senso, per il diritto all'esistenza e alla resistenza.


Oggi ci svegliamo respitando meglio, si ossigena meglio il corpo, che, anche se stanco, si riconosce parte di un tessere esteso e collettivo. Un piccolo interstizio si apre in quella giustizia che abbiamo




L'aborto è legale, sicuro e gratuito per tuttə

Noi lə eternö fuggitivə da ogni guardaroba e uniforme abbiamo attraversato un'altra porta

Adesso è ancora tempo di rivoluzione come ci ha detto Lohana [2]nel suo impossibile ultimo saluto, sappiamo che la lotta continua

Sappiamo che tanto l'applicazione della legge come il suo monitoraggio richiederà un lavoro enorme per noi militanti e attivist.

Continuiamo sempre continuiamo decostruendo la ciseterosessualità come unico destino desiderabile

Noi, che fino a stancarci hanno cercato di convincerci che la nostra esistenza era impossibile, continuiamo

* [1] Ese Montenegro, attivista, uomo trans: formatore e docente in ESI, assessore della commissione Donne e Diversità della Camera dei deputati della Nazione. Autore del libro "Ripercorrere il cisessismo nel cammino verso la legalizzazione dell'aborto" .... 2020


* [2] Lohana, femministra travesti ha fondato nel 94 l'associazione dper i diritti di travesti e trans (ALITT), morta nel 2016 ha lascaito il suo messaggio "la lotta continua"

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